Credo sia giunto il momento di organizzare dei corsi per insegnare a distinguere le notizie scientifiche eclatanti da quelle che non lo sono. E che siano rivolti sia a chi le legge che a chi le scrive, e ancora prima a chi le comunica, anello originario della catena che porterà un evento scientifico quasi scontato a essere protagonista di articoli che si aprono con “INCREDIBILE!”, “DATA STORICA!”, “EINSTEIN SI ERA SBAGLIATO!” (quest’ultimo titolo ormai è diventato un classico anche se si parla di neurobiologia).
Per carità, sono contentissimo che la scienza abbia ampio risalto. Ed è vero che, soprattutto in certi campi, si stiano facendo delle scoperte epocali.
Però, ecco, diamoci una regolata.
Anche perché da ieri buona parte di noi immagina Marte come una specie di paradiso caraibico attraversato da fiumi d’acqua cristallina costantemente sfiorati dal volo di pappagalli multicolori dal verso musicale, nonché costellato di cascate vaporose da ammirare gustando dolcissimi frutti esotici serviti al bar dell’albergo con una magnifica coreografia di ombrellini e cannucce e vodka lunare.
Invece è un posto di merda. Quantomeno dal punto di vista della sopravvivenza umana.
Nel senso che senza un apposito supporto che vi garantisca almeno aria e temperatura adeguate, sareste morti entro un paio di minuti al massimo. E no, è molto peggio che su un autobus romano in un giorno d’agosto particolarmente caldo.
E al posto di limpidi fiumi e ruscelletti alpini ci sono tracce di sali idrati. Ecco qual è la scoperta: sali idrati. Niente torrenti, niente laghi, nemmeno una pozzangheretta. Anche perché sulla superficie di Marte l’acqua liquida durerebbe ben poco, per questioni ambientali. Come quando ai concerti vi fanno togliere il tappo dalla bottiglietta d’acqua.
Qualcuno immagina anche che sia stato il robottino esploratore, sudato e triste di solitudine, con gli occhioni di Wall-E, a scavare esausto con il braccio-paletta, quasi sconfitto, e a trovare invece, all’improvviso, questa pozzetta d’acqua, e ci è tornato in mente il ricordo di quando da bambini, in spiaggia, facevamo una buca profonda profonda lontano dalla riva, e alla fine comunque trovavamo l’acqua, e allora si faceva festa e si rideva e poi tutti a fare il bagno e appena usciti dall’acqua un bel pezzo di pizza calda col pomodoro e attento che ci va la sabbia.
E invece i sali idrati li ha scoperti una sonda orbitante attorno a Marte, con tecniche spettrografiche.
Vediamo di capirci: non che non sia una notizia importante. Potrebbe significare (ci sono diverse ipotesi in proposito, nessuna confermata) che il ghiaccio sotterraneo (che sapevamo già che ci fosse) non è così sotterraneo da poter, in determinate condizioni climatiche, emergere in forma liquida per brevissimi periodi, e anche non così sotteraneo da non poter essere raggiunto, in caso di necessità, dalla trivella di una missione umana che ha sete o vuole innaffiare il ficus dell’astronave.
E poiché sappiamo che l’acqua è un ambiente favorevole alla proliferazione della vita e delle bollette, potrebbe anche significare che Marte ospita delle forme di vita, per quanto piuttosto elementari (i pappagalli sono decisamente esclusi).
Quest’ultima sì che sarebbe una scoperta eclatante.
Ma se continuiamo con questi titoli e con questi toni anche per notizie per cui potevamo risparmiarceli, quando (e se, ovviamente) succederà di trovare la vita fuori dal nostro pianeta, saremo talmente assuefatti ai titoloni che al massimo reagiremo con un “Ma va?”.