Sono due anni che il rover Curiosity percorre la superficie di Marte. Due anni. Fosse in Italia, gli toccherebbe la revisione.
È bene specificare un dettaglio non da poco: Curiosity è su Marte da 2 anni terrestri. In tempo marziano, invece, di anno ne è passato solo uno. Se si va per lavoro è meglio leggere bene il contratto. Anche ai fini pensionistici la differenza è notevole.
Curiosity in effetti è su Marte per lavoro, anche se è difficile da credere. Percorrere 563 milioni di kilometri per poi rimanere lì in zona fotografando ogni cosa che capiti a tiro e pubblicandola online sembra una roba più simile alle classiche ferie. Anche i sassi che raccoglie, magari sono souvenir. Invece lavora.
Questo fa sì che su Marte la disoccupazione sia allo 0%. Prima di Curiosity si attestava al 100%. Per dire quanto paghi investire nella ricerca.
Con dati del genere, se ci fosse un governo, su Marte, in questo momento godrebbe di amplissimo consenso. Almeno fino al prossimo rover.
Anni fa, durante i primi passi dell’esplorazione spaziale, c’era chi prometteva che nel giro di poco saremmo potuti andare ad abitare sulla Luna, e in vacanza su Marte. Invece poi, quei pochi che sono andati sulla Luna, era per lavoro.
E su Marte ci sono dei robot. Come in fabbrica.
Forse è per questo che l’esplorazione spaziale va a rilento. Un conto, nei posti, è andarci da turisti. Un conto è andarci per lavoro. Alla fine uno preferisce stare a casa.
Un biglietto di sola andata ed un “Vai tranquillo, che poi veniamo a prenderti”: poi lo hanno spedito a prudente distanza da tutti gli altri lander e rover. Altro che spirito d’avventura, saper cogliere le opportunità, ed essere pieni di curiosità! Ti assumono come esploratore di nuovi sentieri e poi ti tocca soggiornare lì in eterno.
Nel frattempo però, colonizzano l’universo. Poi, quando arriviamo noi “qui è tutta roba nostra eh”. Vatti a fidare delle macchine. (delle Rover poi)