Una pandemia globale non ha, a quanto pare, numerosi vantaggi. Non che prima di sperimentarla pensassimo che potesse essere Mirabilandia, anzi. Semplicemente nessuno (esclusi David Quammen, autore di Spillover, Scott Z. Burns, sceneggiatore di Contagion, alcuni virologi sparsi per il mondo e un paio di pipistrelli cinesi) immaginava una situazione del genere, quindi nemmeno i conseguenti svantaggi e vantaggi.
Qualche vantaggio però c’è. In città, per esempio, c’è un gran silenzio. Soprattutto se abitate, come me, vicino a una strada solitamente abbastanza trafficata. Ancor di più se abitate, come me, perfettamente in linea con la pista di atterraggio di un aeroporto che dista circa quattro chilometri. Niente auto + pochi bus + niente aerei = silenzio. Chi l’avrebbe immaginato?
Grazie a questo silenzio, che nel fine settimana raggiunge picchi da paesino di provincia, sono riemersi suoni che altrimenti resterebbero inascoltati.
Il cinguettio brillante degli uccelli.
Il cigolio della grondaia di fronte, che mezza sganciatasi dal sostegno oscilla anche per una brezza delicata.
L'”HAI ROTTO IL CAZZO!” di qualcuno giù in strada, che ce l’ha chissà con chi.