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Riguardo la TV

La settimana scorsa il televisore mi ha avvertito che a settembre smetterà di funzionare. Invece mi sa che la lavatrice si è scordata di dirmi che stamattina si sarebbe rotta. Ma una dimenticanza capita a tutti. Comunque ho apprezzato molto il gesto del televisore. Anche a lui deve stare sul cazzo l’obsolescenza programmata, e per sputtanare la sua casa madre mi ha spifferato tutto. La cosa che mi stupisce di più è che il televisore conosca la sua durata di servizio. Di solito i prodotti tecnologici la ignorano, allora si ribellano, fuggono, si nascondono, arrivano fino al loro creatore e gliela chiedono, ricevono risposta e infine lo uccidono. Ma forse col mio televisore ho visto troppe poche volte Blade Runner. Mi stupisce anche che la data in cui smetterà di funzionare sarà a settembre, e non è stata il giorno dopo che è scaduta la garanzia. Una cosa è certa, conoscere la data in cui ti spegnerai dev’essere un incubo, soprattutto per il tuo assicuratore.

Il televisore smetterà di funzionare per un cambio di standard, un po’ com’è successo a Charlie Chaplin quando si passò dal cinema muto a quello sonoro e si scoprì che aveva la stessa voce di Mario Giordano. I cambi di standard sono sempre eventi traumatici. Sono così traumatici che molti si rifiutano di applicarli e continuano a vivere in un film in costume in cui vige quel ridicolo sistema imperiale britannico, invece di entrare nel mondo reale contemporaneo e metrico decimale. Però è vero: quando uno standard s’impone è terribile stare dalla parte del sistema che ha perso la gara. Pensate a chi puntava tutto sul Betamax, sul Minidisc, su Antonio Di Pietro.

Il televisore smetterà di funzionare perché cambieranno le frequenze di trasmissione. Lì per lì pensavo fosse una bella notizia, poi ho capito che non significa che smetteranno finalmente di trasmettere lo stesso film tre volte al giorno per due settimane. Le frequenze televisive cambieranno perché quelle che la TV occupa adesso servono al 5G, nel caso non aveste capito fra telefoni e TV chi ha vinto la battaglia per l’intrattenimento.

Però potete stare tranquilli: con il cambio di standard non varierà né la quantità di canali disponibili, né la qualità delle trasmissioni. Quindi continueremo ad avere a disposizione centinaia di canali di schifezze e a guardare i soliti tre decenti, una o due sere a settimana, per mezz’ora, mentre scorriamo foto e discussioni sul cellulare.

 

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