Un biglietto aereo low-cost e i soldi sborsati per una traversata del Mediterraneo su un barcone malridotto.
C’è un nesso, fra le due cose.
Forse lo vedo solo io, perché il sottile e quasi sempre taciuto senso di colpa dello stare da questa parte del mare mi fa ridurre la complessità della situazione a un confronto assurdo, forzato.
Eppure io un nesso ce lo vedo. Tra un viaggio e l’altro.
Colpa di quest’idea, di cui mi sono convinto, secondo cui se noi, qui, possiamo permetterci tanto, è perché l’abbiamo sottratto a loro, lì, in tanti modi e tanti tempi diversi.
Uno stile di vita che vampirizza l’altro. Nemmeno così originale, come visione. Al punto che a molti non passa nemmeno per la testa.
E così un nesso ce lo vedo, fra i 19 o 29 o 39 euro di biglietto low-cost per raggiungere qualche capitale europea e i migliaia di euro per arrivare, o meglio sperare di arrivare fino alle coste italiane.
E il nesso è questo, in buona sostanza: che quel low-cost lo posso avere solo perché dall’altra parte c’è un high-cost che qualcun altro paga.
Io, qui, spendo una cifra ridicola: 19 o 29 o 39. E arrivo in qualche capitale europea.
Il resto ce lo mettono loro. Che arrivino o meno.