Non c’è, ma sarebbe bello che ci fosse, una leggenda orientale secondo la quale, da qualche parte sulla Terra, c’è un pulsante per spegnerla.
Non si sa esattamente dov’è. Forse è sepolto tra i ghiacci del Polo Nord, il che sarebbe anche logico, perché se uno vuole mettere un pulsante a un pianeta lo mette in cima, sennò ogni volta deve andare a cercarlo, per colpa del moto di rotazione (giù al Polo Sud resta scomodo), oppure immerso in qualche foresta intricata, o sperduto su una montagna inaccessibile. Fatto sta che per gli uomini è difficilissimo da trovare e raggiungere. Se lo metti in centro a Grosseto, per dire, che leggenda è?
Questo pulsante, poi, non è come quelli a cui siamo abituati, in termini di dimensioni. È una cosa enorme, sovrumana. Come minimo ha un diametro di 100 metri (nella leggenda però si parla di un’antica unità di misura non più in uso, che convertita in metri è un numero stranissimo: per esempio 1 yosht=13,791 metri). Ed è fatto di una pietra durissima e scura. Sopra non ci sono segni o iscrizioni particolari. Se lo fai piccolo, di plastica e col segno di acceso/spento stampato sopra, che leggenda è?
Inoltre questo pulsantone è difficilissimo da premere, perché è stato messo lì da una creatura enorme, semidivina, o forse dallo stesso creatore dell’Universo, che l’ha fatto a sua immagine. Perciò per schiacciarlo ci vogliono qualcosa come 37323 persone, messe lì sopra. E funziona solo con esseri consapevoli di quello che stanno facendo. Se ci metti delle mucche, niente da fare. Se ci metti delle barre di piombo, uguale. Questo per evitare che un pazzo, da solo, riesca a spegnere il pianeta. Ce ne vogliono tanti, di pazzi, e ben convinti. Se ci passa sopra una capra e lo preme, che leggenda è?
E se anche queste 37323 persone che complottano per spegnere il pianeta (che magari non si è capito, ma è una roba gravissima) riuscissero a trovare il pulsante e lo premessero, altissimo tra le nuvole comparirebbe un messagio, racchiuso in un gigantesco rettangolo: “Sei sicuro di voler spegnere il pianeta?”, con altri due enormi pulsanti aerei “Sì” e “No”, che bisogna andare a premere in cielo. Va bene la leggenda, ma un minimo di sicurezza, che cavolo.
Ma la leggenda non diceva che era minuscolo, verde, nascosto in un’intricata foresta e che per azionarlo era sufficiente il peso dello sgurado di una vergine? E che il conto alla rovescia era irreversibile?
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ops! sguardo!
AH! AH! (scusa, dovevo farlo)