Non capita spesso di vivere momenti fondamentali del progresso scientifico e tecnologico. E non mi riferisco solo alla funzione “vedi meno post di Tizio” di Facebook, che comunque è un bel passo avanti.
Sonde su pianeti lontani, cellule staminali, cocomeri tascabili. Solo nell’ultima manciata di anni abbiamo visto schiudersi scenari che poco prima nemmeno immaginavamo lontanamente.
In un mondo in cui spesso, dal punto di vista sociale, economico e politico, sembra di essere finiti nelle sabbie mobili, la scienza ci garantisce quel costante e misurato progredire, come nel traffico autostradale dei primi di agosto, perché abbiamo scelto la partenza intelligente, come tutti gli altri.
Poi però ci sono gli eventi eccezionali. Quelli che, al di là del lavoro di ricerca e di accumulo di conoscenze, la natura ci mostra da sé, improvvisi nella loro magnificenza, statisticamente quasi impossibili da osservare nell’arco di una vita umana, come un parcheggio libero sotto casa, a Roma.
A tutti noi questa botta di culo probabilistica è capitata giusto ieri, quando abbiamo avuto la sfacciata fortuna di assistere a un evento biologico unico.
L’evoluzione, lo sappiamo bene, agisce con la lentezza di un Windows 8 con 2 giga di ram. Ed è estremamente raro riuscire a notare un furtivo movimento che ci indichi la direzione che sta prendendo.
Ieri, però, è successo. Con Salvini in riva al mare.
Così come centinaia di milioni di anni fa certe forme di vita marine raggiunsero le spiagge, e con la loro struttura fisiologica a metà strada fra un pesce, una rana e Piero Fassino si arrischiarono a terra, tagliando un traguardo evolutivo di fondamentale importanza, allo stesso modo ieri, Matteo Salvini, provenendo dalla terra e spinto dall’imperativo biologico, si è arrischiato sul bagnasciuga, con cauta lentezza, e poi in mare, indicandoci la strada che stiamo per intraprendere.
Lui, con quei pochi passi, tenendo un libro in mano a mo’ di coccige intellettuale, ormai inutile reperto di un tentativo finito in un vicolo cieco, lui, portabandiera delle istanze devolutive, ci ha mostrato quello che già tutti noi avevamo intuito nell’intimo ma non avevamo il coraggio di ammettere: non è ancora il caso.
Ora che la strada è spianata, non ci resta che seguirlo tra i flutti. Torneremo a una minore complessità, a un minore impegno, a una vita che non richieda tutte quelle circonvoluzioni cerebrali e un manuale da leggere per ogni cosa. La civiltà può attendere.
Tuffiamoci. Tuffiamoci tutti.
E speriamo che al prossimo giro vada meglio.
Cioè, del tipo che ho dovuto leggere il post (in realtà non l’ho nemmeno letto, ci ho solo cliccato sopra) perchè ero stanco di vedere quella foto nella home di feedly – e ho anche delle bambine che girano per casa, non è bello che vedano certe cose.
Mi rendo conto. Anzi, guarda, scusami proprio. 🙂
La butta la… E se lasciassimo che il matteo venga seguito dai suoi sostenitori a largo e noi ce ne rimaniamo sulla terra ferma ? Che magari ci scappa pure una preghierina che arrivi una tempesta o che vengano accolti come profughi in Albania? ( che poi.. Povera Albania)
Ma come, volete andare tutti al mare, ‘sto periodo. Andiamo.