Leggendo un libro intitolato OY OY OY! – Umorismo e sapienza nel mondo perduto dello yìdissh (il titolo originale è un più pacato The Joys of Yiddish), di Leo Rosten, che è una specie di glossario yìddish a sfondo umoristico, a un certo punto, alla voce “Chelm”, parola che indica una “leggendaria cittadina popolata di imbecilli, allocchi, mammalucchi, tutti irresistibilmente simpatici”, è scritto così:
Comunque siano andate le cose, Chelm sarebbe rimasto un nome a tutti sconosciuto, senza alcun diritto di entrare in questo lessico, non fosse stato per il folklore ebraico, che l’ha reso la patria archetipica degli imbecilli, l’orto delle teste di cavolo e di rapa, il filare dei bietoloni, l’equivalente ebraico di Kampen in Olanda, Cuneo in Italia, Schildburg in Germania, tutti luoghi rinomati per le loro idiozie.
Ora, io non so se sia vera, questa cosa, però, visto che qualcuno di Cuneo lo conosco, vedo di farci caso.
Oddio, qualche sospetto lo avevo.