Da grandi poteri derivano grandi responsabilità: è un po’ quella la fregatura.
Così Giorgia Meloni, che già annusa l’odore ancora draghiano di Palazzo Chigi, è visibilmente costretta a trattenersi, sui palchi e sui social, al fine di convincere chi conta davvero (poteri di varia natura, nazionali e internazionali) (non pensavate mica che parlassi degli elettori?) che saprà ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio senza mandare tutto in vacca. Nel senso più in vacca di così.
Perché Giorgia Meloni, siamo sinceri, è un po’ troppo di destra per guidare una nazione come l’Italia senza destare dubbi e preoccupazioni in tanti palazzi. Così, per ottenere la fiducia di quei poteri senza l’appoggio dei quali non fai nemmeno in tempo a riempire i cassetti della nuova scrivania, le tocca fingere di essere un po’ meno di destra. Doloroso sì, ma necessario. Faticoso, certo, ma imprescindibile. Un patriottico sacrificio.
È una politica di lunga esperienza, Giorgia Meloni, quindi non dubito che sia in grado di portare avanti questa farsa. In fondo, non fai politica se non sei bravo a mentire. Quelli che la circondano però, il suo entourage, dubito possiedano le sue stesse capacità.
Ed ecco perché ho immaginato questa situazione, che si ripete a ogni comizio. Lei pronta per andare in scena, i suoi tutti attorno, pronti a seguirla e rimanere nelle retrovie, in fondo e agli angoli del palco, una piccola falange, ma di destra moderata eh!
Lei li guarda. Hanno i volti seri, le mascelle serrate, lo sguardo pronto all’obbedienza. Maschi italici vecchia maniera. Giorgia scuote la testa, e prima di salire sul palco dice “Mi raccomando, cercate almeno di non sembrare così fascisti”.