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Il non morto

C’è questa cosa che mi succede, che secondo me è un po’ strana. Poi magari capita a tutti e tutti i giorni, ma non credo. Insomma mi succede che ogni tanto do per morto uno. Nel senso, uno qui del paesello. Un signore che aveva un bar. Capita il suo nome nei discorsi, anche solo per caso, e io dico: “Ah, coso lì che è morto”. E tutti mi guardano un po’ stupiti e mi dicono: “Ma non è mica morto”. E io: “Ma va? Mi sembrava proprio”. E questa cosa succede ogni 3 o 4 anni, tipo, e fin qui non ha niente di strano, perché la memoria è quella che è, e certe fissazioni sono difficili da risolvere, e quindi io, di media, penso che quello lì è morto. E va bene, non muore mica nessuno. Non davvero. Solo che poi, il giorno dopo, dopo che ho detto “Ah, coso lì che è morto”, il giorno dopo di ogni 3 o 4 anni quindi, coso lì lo incontro per strada. Incontro il morto, in pratica. Solo che, naturalmente, è vivo, proprio come mi avevano detto. Cioè, io per 3 o 4 anni questo qui non lo vedo mai (il che, anche solo statisticamente, qui al paesello, è piuttosto difficile), poi, il giorno dopo che l’ho dato per morto, lo incrocio. Sempre. È un po’ come se mi volesse dire “Tiè, col cazzo che sono morto”, e avrebbe anche ragione. Oppure vuole dimostrarmi che dandolo per morto con tale regolarità e convinzione, lo sto facendo campare tantissimo, e ci tiene  a ribadirlo ogni volta. Oppure è solo un caso. Ma non credo.

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