Ci sono un sacco di pezzi grossi della politica e dell’economia che stanno lì a lamentarsi tutto il giorno e tutti i giorni che l’economia è ferma, i consumi sono ridotti al minimo, nessuno spende più, ma ce ne fosse uno che si è spremuto le meningi per tirar fuori una soluzione. Solo piagnistei.
Allora niente, mi ci sono messo io, a pensare una soluzione. Che non mi spetterebbe nemmeno come compito, visto che quelli lì intascano degli stipendi favolosi, e io, fossi in voi, invece di tagliargli gli stipendi, pretenderei un’idea geniale per ogni euro in busta paga che si ritrovano. O anche ogni 5, che va bene lo stesso.
Perciò, l’idea che ho avuto è questa. Una specie d’incrocio tra lotterie e politica bancaria. Non può non funzionare. In pratica si tratta di riprogrammare i bancomat in modo che, in base a un’estrazione casuale, ogni tanto regalino dei soldi a chi è andato a ritirare. Niente cifre esorbitanti: vincite da 50, 100, 200 euro, oppure calcolate in base ai soldi che si prendono. I soldi, come per i vari giochi di fortuna, ce li mette lo stato. Così uno è molto più spronato ad andare a fare bancomat. Anche se non gli servono i soldi, e pensa che quelli che ha in tasca può farseli bastare un altro giorno, o non deve far spese, lo stimolo a prenderli ce l’ha, con la speranza di portarsene a casa un po’ di più.
Tutto qui.
In questo Paese, non lo so, se non ci penso io, a trovare soluzioni, chi ci pensa.
Primarie come superenalotto, bancomat come lotteria: mi sorge il sospetto che tu sia un agente dell’aams.
No, è che in un Paese così, solo il caso ci può salvare. (se è in tempo)