La festa per il trentesimo compleanno di Henry Perrotta Jingle Salmoiraghi fu la più fastosa e sfrenata degli anni Ottanta, se non consideriamo i congressi del PSI.
Henry Perrotta Jingle Salmoiraghi, detto Henry Perrotta Jingle Salmoiragh, ma non in sua presenza perché odiava i troncamenti, era l’unico erede della fortuna dei Connors, spazzini di Budrio da generazioni, che gli avevano lasciato tutto tranne il cognome.
Nonostante provenisse da una famiglia altolocata, HPJS preferiva dichiararsi di umili origini, infatti girava spesso con indosso una mangiatoia.
Al suo sedicesimo compleanno i genitori gli avevano regalato la provincia di Chieti. A 18 anni il motorino. A 19, visto che continuava a distruggerlo in rocamboleschi incidenti, direttamente la Piaggio.
Suo fratello minore, Saul Perrotta Jingle “Bell” Salmoiraghi, detto Medaglia d’argento, si era stracciato le vesti di Prada nella pubblica piazza e aveva rinunciato a quel poco che gli spettava, l’equivalente del 23% del PIL degli Stati Unti. Si era poi unito a una setta che predicava l’amore universale e le astronavi coi laser. Le ultime notizie, risalenti ormai a 10 anni fa, lo danno nel nord della Groenlandia, intento a sciogliere i ghiacci con l’alito per dimostrare la superiorità dell’uomo sulla natura.
Quando HPJS aveva 23 anni perse tragicamente i genitori in business class e non li rivide mai più. A loro memoria fece erigere un maestoso monumento che rappresenta un turista che chiede indicazioni a un vigile urbano.
Il compleanno di Henry Perrotta Jingle Salmoiraghi cadeva il 9 luglio. La festa per i suoi trent’anni ebbe inizio il 12 marzo dell’anno precedente a Marina di Cecina. Il programma prevedeva un tour in 120 località marittime il cui nome contenesse “Marina”, per un percorso totale di 9500 chilometri, di cui più di 1000 su sterrato e 250 circa su strade a scorrimento veloce. Una volta iniziata la festa però il programma subì molti cambiamenti perché, pur di ospitare l’evento, molti sindaci cambiarono il nome delle loro città inserendovi “Marina” (Torino Marina, Merano Marina, Marina Marina di Ravenna).
All’inizio HPJS voleva invitare solo gli amici intimi, circa una dozzina, ma qualcuno gli fece notare che con un programma del genere sicuramente molti sarebbero morti per strada, o si sarebbero ritirati, così fu stilata una lista di invitati utilizzando l’elenco telefonico di New York.
All’apice dei festeggiamenti, il giorno del compleanno vero e proprio, ovvero il 9 luglio, la festa faceva tappa a Perugia Marittima, dove, per rendere più comodo il catering, HPJS aveva fatto costruire uno sbocco sul mare, anzi due, perché era in dubbio fra Adriatico e Tirreno. (qualcuno propose anche lo sbocco sullo Ionio ma fu tacciato di megalomania)
Gli invitati erano 49mila, gli imbucati 71mila, gli scultori del ghiaccio 11. Qualcuno, esagerato, si presentò in portaerei.
Organizzare la colletta per il regalo fu un’impresa, perché c’era chi voleva mettere 5 euro e chi voleva mettere 10. Alla fine si decise per 7 euro e 50. Il peso delle monete da 50 cent provocò una voragine profonda di 15 chilometri quadrati, che fu ribattezzata Trasimeno 2.
Il comitato per la scelta del regalo era rimasto in riunione permanente per due anni, e comprendeva luminari di ogni campo, a parte il calcetto saponato. Il problema era: cosa si regala a un uomo che ha già tutto?
Al 511esimo giorno di riunione, Hector Mariannini, luminare della ricerca genetica, rispose al quesito: “A un uomo che ha già tutto, si regala se stesso”. Hector fu picchiato a sangue perché in molti erano convinti che le sue parole significassero che dovevano presentarsi a mani vuote. In realtà Mariannini voleva dire che a Henry Perrotta Jingle Salmoiraghi bisognava regalare Henry Perrotta Jingle Salmoiraghi, ovvero il suo clone.
Sfruttando tutti i 7 euro e 50 a testa (quindi niente bigliettino), gli invitati riuscirono nell’impresa.
Il 9 luglio, quando HPJS aprì quel curioso pacchetto a grandezza uomo, si ritrovò davanti se stesso. Sul suo viso si aprì un sorriso di gioia e stupore, e un attimo dopo nel suo ventre si aprì una ferita da taglio, perché il clone aveva preso il coltello per la torta e l’aveva pugnalato al grido di “Clone un cazzo!”.
Henry Perrotta Jingle Salmoiraghi morì dissanguato nel giro di due minuti, ma visto che già ce n’era un altro pronto, la festa andò avanti.
Quando Henry Perrotta Jingle Salmoiraghi si apprestò a tagliare la torta, dopo aver sostituito il coltello, da quest’ultima saltarono fuori i suoi genitori.
Sorpresa!