Ho visto Sanremo. Pochino, a dirla tutta. Un’oretta ogni serata. Ho ascoltato poco le canzoni, mi sono perso parecchi momenti clou, come si dice, quindi ecco, non sono certo il migliore interprete.
Però, e se l’ho notato io, con quel poco d’attenzione che c’ho messo, chissà gli altri, quello che emerge di più, di tutto il Festival, è lo sguardo rivolto all’indietro. La grande canzone italiana del passato, la grande tv italiana del passato, le grandi glorie italiane del passato, il grande passato italiano: il passato, più che altro.
E va bene le manie di Fazio, e va bene i sessant’anni della Rai, però, sinceramente, se a un Paese che fa di tutto per guardare avanti, gli presenti un Festival che guarda all’indietro, poi, se cambia canale, non te la devi prendere.
Anzi, direi che lo devi prendere come un buon segno.
Troppo ottimista! Il Paese guarda solo indietro, ed è per questo che cambia canale: per noia.
Non riportarmi alla realtà! Ci ho messo così tanto a costruirmi un mondo di fantasia 😛
Il problema non è stato guardare all’indietro ma riguardare all’indietro un’altra volta e un’altra ancora. Sono riusciti a dimostrare che il passato è il presente. Peggior Festival dal l’ottantasette. Prima non lo vedevo.
Pensavo che questo festival, se uno lo vede fra vent’anni, pensa che è di vent’anni fa.