Ultimamente mi capita sempre più spesso di leggere, sulle copertine dei libri, sulle fascette di carta che tante volte ci mettono attorno, sui giornali, su internet, “uno dei maggiori scrittori americani”, o “uno dei più grandi”, o “uno dei migliori”, tutte le volte riferito a scrittori diversi.
Allora forse è questo, il sogno americano: tutti sono i maggiori, tutti sono i grandi, tutti sono i migliori. E tutti sono contenti.