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Il primo vero uomo nello spazio

Ogni impresa storica è preceduta da una lunga serie di goffi tentativi che di solito si preferisce non raccontare, per evitare brutte figure. A volte, per questioni d’immagine e propaganda, si tace anche dei successi. Per esempio, il primo uomo nello spazio non fu Jurij Gagarin, nel 1961, ma Velimir Balabanov, appena qualche anno prima. I sovietici però scelsero di tacere in proposito, perché il risultato non sembrava adatto a una superpotenza come l’URSS. Prima di inviare una capsula orbitante, infatti, i sovietici tentarono dei mezzi più spartani, anche per risparmiare qualche rublo. Il primo progetto si chiamava “La grande fionda di Kursk”, ma fu abbandonato perché all’epoca non esistevano materiali adatti a costruire un elastico di 30 kilometri. Andò invece in porto “La grande piramide siberiana”, che sfruttava la grande tradizione circense sovietica. In una località segreta della Siberia furono convocati circa 300mila acrobati, e lì, sotto la coordinazione del generale Sergey Ilyushin, ex domatore di leoni, fu organizzata la più grande piramide umana della storia. Dopo sei giorni di lavori la piramide fu pronta. In cima, a 115 km di altezza, fu mandato, con 2 bottiglie di vodka per il viaggio, Velimir Balabanov, che divenne così il primo uomo nello spazio. L’eroe kazako rimase lassù per 3 minuti e mezzo, dopodiché la piramide crollò, perché Piotr Stepanov, pietra angolare sud orientale, prese e se ne tornò a casa, perché la moglie era sul punto di partorire.

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