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Abbéstia

Lo scorso fine settimana sono stato a Pisa. La città.

(Io di Pisa mi viene sempre in mente quella splendida battuta, di non mi ricordo chi, che diceva “La torre. E se avesse ragione lei?”. Ma anche quella vecchia storia di Topolino in cui mi pare Paperone e Paperino fanno di tutto per raddrizzare la torre, e alla fine ci riescono, ma storcendo tutta la città.)

Pisa, da qui dove sono, per arrivarci ci metto lo stesso tempo che per andare a Mumbai. Ma lasciamo stare.

A Pisa c’era l’Internet Festival. Pieno di robe interessanti anche se uno non ha Internet (che comunque mi pare strano, uno che non ha Internet).

Dentro questo Festival c’era anche uno spettacolo con Moni Ovadia intitolato Marx Reloaded, che ci tenevo parecchio a vedere perché un conto è assistere a una cosa che ha scritto qualcun altro, un conto è assistere a una cosa che hai scritto anche tu. Fa tutto un altro effetto. Sei contemporaneamente più felice e più preoccupato. È difficile da spiegare. Fa anche un certo effetto sentire Moni Ovadia che pronuncia delle parole scritte da te. Come sensazione comunque non è male.

Ma a parte questo, ho notato che a Pisa, i pisani, dicono spessissimo “a bestia”. Lo usano come intercalare per dire “forte”, “tanto”, per enfatizzare qualcosa insomma, e lo dicono in un modo che suona scritto “abbéstia”, che è molto bello, secondo me.

Credo che abbéstia sia una cosa proprio di Pisa, perché, per dire, a Renzi non gliel’ho mai sentito dire.

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6 commenti

  1. Ma io l’ho sentito dire a Paolo Ruffini, e questo dovrebbe automaticamente invalidare qualunque forma di apprezzamento di quest’espressione. Sappi poi che l’eventuale argomentazione della pisanità del soggetto non sarà ritenuta valida….perchè la coglionaggine trascende sempre il dato anagrafico…

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