Dev’esserci stato un periodo in cui Word non aveva la funzione di salvataggio automatico. Non so esattamente quando sia stata introdotta, ma all’inizio dubito l’avesse. (E anche se l’aveva, non è che siamo qui a fare del giornalismo d’inchiesta) D’altronde, cosa se ne sarebbe dovuta fare la gente, del salvataggio automatico? C’era già lì il classico Salva. C’era già lì addirittura la scorciatoia da tastiera. Quando uno vuol salvare, lo fa.
Poi però Word si è diffuso, trasportato dal quasi onnipresente Windows. E le persone hanno seriamente iniziato a scriverci: lettere anonime, lettere d’amore (che sono come quelle anonime ma in Comic Sans), relazioni, tesi, romanzi. È nato così quel fenomeno noto come “salvataggio compulsivo”, ovvero la tendenza a salvare il documento con una frequenza variabile dal singolo paragrafo al singolo carattere. Alla Microsoft l’hanno capita, e nelle versioni successive è stato inserito il salvataggio automatico ogni N minuti. Gli ossessivo-compulsivi hanno vivacemente protestato perché la frequenza fosse in secondi, ma quelli di Mountain View (Vista Montagna, non aggiungo altro) hanno temuto di dare il via a un’escalation che portasse a salvataggi ogni picosecondo, e si sono limiti a un salvataggio automatico al minuto, non di più.
Ora, riflettendoci, si potrebbe fare la stessa cosa con Alitalia. Cioè, invece di aspettare che la situazione sfoci nella catastrofe, con perdita di soldi e documenti di testo che hanno richiesto lacrime e sangue, perché non si fanno dei salvataggi automatici, che so, ogni 2 anni (ossessivo-compulsivi: no, non si può fare ogni 2 mesi), così ce ne stiamo tutti più tranquilli? Sarebbe una bella comodità.