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Lasciare il segno

Quelli che li conosci da cinque minuti e all’improvviso ti chiedono Di che segno sei?, e tu glielo dici, e loro annuiscono con un mezzo sorriso che vuol dire che ormai loro sono a posto così, già ti conoscono, hanno capito tutto di te, meglio dei tuoi genitori, degli amici, meglio ancora del tuo psicoterapeuta, perché sei un leone, o un cancro, o un acquario, o quello che è, e non c’è nulla di strano nel fatto di prendere l’umanità nella sua interezza e dividerla in 12 categorie di persone che pensano e agiscono allo stesso modo, e non c’è nemmeno niente di strano nel concepire che il futuro delle persone è governato e largamente prevedibile dalla posizione che i pianeti del sistema solare avevano quando sono nate, perché si sa che le influenze astrali, insomma, come si fa a non crederci (io gli farei leggere qualcosa sull’entanglement quantistico, gli scoppierebbe il cervello), e non è un problema se gli oroscopi, a leggerli la settimana dopo, sembra proprio che si siano inventati tutto (ma tanto chi li legge, la settimana dopo?), e ce ne sono anche di peggio, che poi sono quelli che non gli basta il segno zodiacale, perché è una roba seria, l’oroscopo, e allora chiedono Ascendente?, e quando rispondi Cazzo ne so, ti guardano come uno che non sa come fa di cognome, così, alla fine, ho deciso che se uno mi chiede di che segno sono, gli dico di nessuno.

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