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Fisica del pacifismo

Una delle più grandi tragedie dell’umanità, dopo gli straordinari non pagati e le ZTL, è certamente la guerra.

La storia ne è talmente piena che i capitoli dei libri sono molto spesso intitolati coi nomi dei vari conflitti che si sono succeduti nel tempo. In un’interrogazione tipo di storia non può mancare la domanda sulla data di una certa battaglia; di solito quella di Waterloo, anche se col programma siete al Medioevo.

Se non esistesse la guerra gli storici farebbero la fame. Il fatto che moltissimi storici facciano comunque la fame indica che di guerre non ce ne sono abbastanza, almeno secondo loro. Di storici pacifisti infatti ce ne sono pochissimi.

A parte gli storici, tutti gli altri tendono a classificare la guerra come la catastrofe peggiore che possa capitare. La guerra uccide, amputa, ferisce, traumatizza, distrugge e in generale ha un pessimo effetto sulle persone che vi sono coinvolte. Da queste bisogna togliere i politici, perché loro hanno sempre la strana tendenza a guadagnarci qualcosa, anche se sono dalla parte degli sconfitti. Infatti di politici pacifisti ce ne sono pochissimi.

Chi ha la doppia laurea Storia-Scienze politiche è un guerrafondaio per definizione.

Nei secoli, nonostante la mole di critiche che le sono state scagliate contro, la guerra ha proliferato ovunque, ma la vera svolta c’è stata con l’invenzione delle armi da fuoco. Pistole, fucili, cannoni, e poi bombe, missili e tutto il resto hanno cambiato il volto dei conflitti, che comunque già non era bellissimo.

Partendo dal presupposto che se la gente vuole ammazzarsi lo fa pure con i tappi dello spumante, non possiamo non ammettere che senza le armi da fuoco il mondo sarebbe molto più pacifico. La soluzione, perciò, è piuttosto ovvia: bisogna rendere le armi da fuoco inefficaci, o meglio completamente inutili.

Per farlo bisogna ragionare al livello più elementare possibile, ovvero quello fisico. L’arma da fuoco, secondo la sempre autorevole Wikipedia, è:

una macchina termobalistica che sfrutta l’energia cinetica dei gas in espansione da una carica di lancio o scoppio.

Questa definizione, che sembra la sintesi di un Bignami di fisica, ci offre diverse strade da seguire per rendere un’arma da fuoco inutile. Le leggi fisiche che governano il suo funzionamento sono svariate: basterà agire in maniera appropriata su una di queste per riuscire nel nostro intento.

Potremmo modificare le leggi meccaniche che governano le leve, oppure mettere mano alla termodinamica che fa funzionare lo scoppio, ma forse la soluzione migliore è agire sulle leggi della cinetica.

Se, per esempio, l’energia cinetica, invece di essere E=1/2mv^2 fosse E=1/329mv^2, sparare a qualcuno sarebbe quasi sempre inutile. Il proiettile cadrebbe a terra prima di arrivare al bersaglio, oppure gli rimbalzerebbe addosso. Per stare sicuri si potrebbe anche cambiare il rapporto nella formula fino alla conclamata inutilità balistica: 1/1000 (già ce la fa), ma anche 1/1000000, volendo.

Per altri tipi di armi si possono modificare anche altre leggi, fisiche o chimiche che siano. Ci si può sbizzarrire: l’importante è raggiungere lo scopo.

A quel punto, modificate le leggi di natura e rese inutili le armi da fuoco, magari non s’inaugurerà la pace mondiale perpetua, ma molte cose cambierebbero.

Personalmente, altre soluzioni non ne vedo. Perché smettere di fabbricare armi, a quanto pare, proprio non si può.

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