Tutto scorre, diceva Eraclito, sopravvalutando la coda alle poste e la realtà in generale. Ma c’è da capirlo: ai suoi tempi il mondo era piccolo e semivuoto, e ogni cosa sembrava una novità.
Tutto torna, disse Nietzsche due millenni e mezzo più tardi, molto più realistico sulla questione, inaugurando il concetto di remake e facendo la fortuna dell’attuale cinematografia.
Nel tempo sono tornati i pantaloni a vita bassa, quelli a vita alta, quelli avvita e svita, i baffi a manubrio, i boomerang, i piumini, le camicie a quadrettoni, gli skateboard, l’odio razziale, gli scaldamuscoli, gli occhiali a specchio, le ricevute delle raccomandate, le battute sull’ora legale, i dischi di vinile, il cibo cinese, i jeans strappati, gli yo-yo, la Terra piatta, la cometa di Halley, D’Alema e molto altro. Giusto le sonde Voyager sembrano convintamente non voler tornare, ma chissà.
Tutto torna. O forse tutto si ripropone, perché non ce la facciamo a sfornare e digerire continuamente novità.
Tutto torna, se non si è capito. E adesso tornano pure i blog, mi hanno detto.
C’era bisogno? No. Ma quasi di niente c’è davvero bisogno. Tutto il resto è riempimento.