Ieri, durante la prima presentazione di Eccì, a un certo punto Francesca, che era lì a presentarmi e a farmi delle domande, ha iniziato a leggere al pubblico un brano del libro in cui a parlare è un medico mezzo pazzo e mezzo tedesco, il dottor Kraus. Dopo qualche riga l’ho interrotta e le ho detto che lì, quando parlava Kraus, c’era da fare l’accento tedesco, e se voleva potevo leggerlo io, quel brano, che l’accento tedesco lo so fare. Così ho iniziato a leggere le parole di Kraus con l’accento tedesco, solo che questo accento tedesco non mi è uscito benissimo, e infatti poco dopo mi sono fermato, ho guardato i presenti e ho detto “mi sa che non è tedesco, questo”, perché usciva una roba con una erre strana che pareva più francese, e loro hanno detto “e infatti”. Al che ho continuato a leggere, e questo accento finto tedesco forse francese è cambiato di nuovo, ha preso una piega inaspettata, con la erre che ha quasi smesso di vibrare, e all’improvviso mi sono bloccato, ho guardato il pubblico (che dall’espressione media secondo me stava pensando “chissà chi bisogna chiamare quando fa così”) e ho detto “ah, no, questo è Guccini”, e loro hanno detto “e infatti”, così ho aggiunto “facciamo che lo leggo senza accento tedesco”, e loro “eh”, e ho fatto così.
Questo per dire che alla prossima presentazione, questa cosa dell’accento tedesco magari la evito.
Oppure chiami Villaggio che a lui veniva benissimo, sin dai tempi della Baistrocchi.
Villaggio a una mia presentazione sarebbe un po’ il coronamento di un sogno, anche senza l’accento tedesco 🙂