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Giusto due cose in caso apriste delle pompe funebri

Il primo problema delle pompe funebri è l’individuazione del cliente. Il che non significa aggirarsi per le corsie degli ospedali in cerca di qualcuno che abbia già un piede nella fossa, e prima ancora nella cassa che intendete fornirgli con solerzia appena necessario.

Significa capire se il cliente è chi muore o chi rimane. Per quanto possa suonare assurdo, in questo mestiere tale quesito è fondante: a seconda della risposta che vi darete avrete due visioni del mondo completamente diverse, due filosofie.

Chi è il vero cliente, chi muore o chi rimane?

Chi paga, risponderà qualcuno, buttandola sullo squallido bianco o nero dei quattrini e trascurando una pletora di sfumature di grigio che invece fa tanto eros e thanatos. Anche perché, magari facendo fare un giro lunghissimo ai soldi, alla fine quasi sempre paga il morto. Indipendentemente dalla sua volontà. E con un post-datato, di solito.

I soldi non c’entrano. Ci sono imprese funebri che lavorano per il morto e imprese funebri che lavorano per chi rimane, indipendentemente da quanto.

È una scelta di campo, solitamente santo, e da questa dipende la politica commerciale dell’impresa, soprattutto per quel che riguarda le promozioni e le offerte.

(tutte le imprese funebri, per definizione, applicano un modello di marketing piramidale)

Le imprese che lavorano per chi rimane, per esempio, difficilmente proporranno ai loro clienti il 3×2. Sebbene in caso di omicidi plurimi o stragi possa risultare un’offerta molto conveniente, il rischio è che i parenti del defunto tentino di sfruttarla a tutti i costi, perpetuando una catena di violenze e uccisioni che frutterebbe molto all’impresa, sia in termini economici sia in termini di anni trascorsi in un penitenziario.

Le imprese che lavorano per il morto, per fare un altro esempio, non si cureranno di proporre degli sconti ai clienti affezionati. Per quanto possano essere offerte attraenti, per quanto la vostra strategia di customer retention sia vincente, difficilmente vedrete ripresentarsi qualche vostro vecchio cliente. Anche le lamentele sono rarissime.

(che poi la miglior strategia di customer retention, in questo campo, è l’imbalsamazione)

Se lavorate per i morti, potete offrire il pacchetto completo, quello in cui i vivi li fornite voi.

Se lavorate per i vivi, potete offrire il pacchetto completo, quello in cui il morto lo fornite voi.

Ai vivi potete offrire una comoda rateizzazione. Coi morti conviene un’unica soluzione.

Ai vivi potete proporre un’offerta che prevede anche un pregevole omaggio, che sia la solita bicicletta col cambio Shimano o una padella antiaderente. Pure ai morti potete offrire un omaggio, ma è proprio l’ultimo.

Se lavorate per il morto, potete pure dispiacervi per la sua dipartita. Disperarvi però no.

Perché il cliente, si sa, ha sempre ragione.

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