Chissà, questi ultimi giorni qui, quanti analisti politici sono finiti ricoverati, in Italia.
Poveracci. Sono diventati come quelli che lavorano in borsa. Scrivono in fretta, urlano, si voltano qua e là per vedere cosa succede, gli occhi sgranati, poi passa un comunicato, un’agenzia, e via giù a riscrivere, a rispiegare, a rivedere. In un giorno, 6 o 7 analisi diverse, una dozzina di scenari, 15 reazioni, 20-25 soluzioni, 30 nomi. Gente che ormai sogna di poter vivere in una dittatura: una voce sola e punto. Invece niente, la democrazia.
Oppure, non lo so, sono come quelli degli oroscopi. Scrivono e scrivono delle enormi boiate, tanto poi il giorno dopo non è che la gente va a controllare.