Satira

Proposta per un programma televisivo di cui si sente il bisogno (almeno io sì)

La televisione degli ultimi anni ha sfornato una quantità di format così singolari che viene spesso da pensare che gli autori non sappiano più cosa inventarsi, e ancor di più lo si spera. È passato poco più di un decennio da quando siamo rimasti frastornati dal Grande fratello, e nel frattempo le stranezze televisive si sono moltiplicate. Tra un’ondata di reality e una di talent, nel bel mezzo di un bombardamento di programmi food (attenzione a non dire “di cucina”) è sorto tutto un sottobosco di trasmissioni che vi portano in casa robe che in casa non vorreste mai avere: sporcizia, malattie, morte, psicopatologie, Sgarbi.

In questo panorama così variegato e che fa rimpiangere il Postmodernismo (ora dovremmo essere nel Magarisitornassealmodernismo) si sente la mancanza di un programma che sia in grado di raccogliere i cocci di tutto quello che è andato in frantumi, cioè tutto, e inizi a reincollarli per vedere se si riesce ancora a tirarne fuori qualcosa di buono. Perciò, ispirandomi al famoso show con Gordon “blé di rabbia” Ramsey, ho ideato un reality intitolato “Governi da incubo”.

In pratica, si prende l’equivalente politico-amministrativo del famoso chef e lo si manda a cercare di salvare il governo dalla catastrofe, agendo ai vari livelli della pubblica amministrazione: comuni sull’orlo del fallimento, province commissariate, regioni afflitte da scandali, tangenti e infiltrazioni malavitose. Ovunque ci sia bisogno di un miracolo, quindi ovunque, e di un uomo forte in grado di operarlo, il Gordon Ramsey governativo va e risolve; oppure fallisce, e signori si chiude. Oltre alla stagione standard che si basa sulle amministrazioni più o meno locali, si può prevedere un finale di stagione di due episodi ambientato in Parlamento.

Ai produttori che fossero ancora in dubbio vorrei far notare come un format del genere sia facilmente esportabile all’estero, lavorando sulla caratterizzazione nazionale, e possa essere venduto anche alle emittenti governative dei regimi dittatoriali, proponendolo però come programma di tarda serata, o col bollino rosso.

Non mi metto a scendere nei dettagli, ma se qualcuno della TV volesse contattarmi per discuterne, si senta libero di farlo.

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