La vita, l'universo e tutto quanto Satira

Ciocca ribelle

Mi perdoneranno Luca Morisi e il suo staff, ma non ho in grande considerazione la comunicazione leghista. Al di là dei contenuti, su cui non mi pare nemmeno il caso di sprecare aggettivi, non mi sembra niente di innovativo; nulla cioè che non sia già stato ampiamente teorizzato – e anche messo in pratica – nei primi decenni del Novecento. Hanno preso i principi base della propaganda, ci hanno investito una bella somma (diciamo una piccola frazione di 49 milioni di euro, per dare un metro), e grazie alla velocità di reazione e alla raccolta dati che il Web permette hanno ottenuto una simpatica macchina crea-elettori. Nessuna strategia d’avanguardia, nessuna inventiva. Messaggi sempre ben chiari, ai limiti dell’ovvio. Una noia mortale, insomma.

Mica come l’eurodeputato leghista Ciocca, il quale, stanco di questa comunicazione oltremodo nella norma, istituzionale, si è ribellato. A Strasburgo infatti è salito sul palco dove aveva parlato il commissario Moscovici, ha preso i suoi appunti e li ha calpestati. Compiendo però un gesto artistico, inusuale, avanguardistico persino. Perché Ciocca non ha scelto la strada più ovvia, ovvero non ha calpestato davvero gli appunti di Moscovici, gettandoli a terra di fronte al tavolo e pestandoci sopra come chiunque altro avrebbe fatto. No. Ciocca è andato dietro al tavolo, ha preso gli appunti, li ha sistemati a dovere sul tavolo stesso, si è tolto una scarpa e infine l’ha usata con le mani a mo’ di timbro, schiacciandola sui fogli.

Io, devo dire, sono rimasto folgorato. Finalmente un leghista che provoca spaesamento. Finalmente un leghista che ti costringe a rivedere il video più volte cercando di capire che cosa voglia significare con quel gesto, un leghista che ti costringe a leggere la notizia per capire, che ti spinge a leggere il suo tweet in proposito per comprendere. Finalmente una performance artistica che smuove nel pubblico dubbi, ragionamenti, ricerche. Un leghista che – mette i brividi – fa pensare.

Spero davvero che questo gesto non solo non sia isolato, ma anzi rappresenti un manifesto. Perché qui gli elementi per una nuova e vivace corrente artistica ci sono tutti. Una corrente che potremmo chiamare Cioccapitouncazzismo. O una roba così.

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