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Ai seggi elettorali

Pare che a Barricello Molvina, all’atto dello scrutinio, una scheda recasse un messaggio per il Movimento 5 Stelle: “Avete restituito tutto, mo prendetevi pure ‘sti 10 euro che ho trovato per terra”.

Pare che in un seggio di San Giuseppe Coprello un elettore sia stato vittima di una crisi d’indecisione così acuta da richiedere l’intervento dei sanitari. Ne avrà per 5 anni.

Pare che a Vorrito Caracciolo qualcuno abbia votato per la Monarchia.

Pare che a Vorrito Caracciolo ci fosse un candidata che di cognome faceva Monarchia. Ha preso pochissimi voti, ma più di quelli che immaginava.

Pare che uno volesse portarsi a casa la scheda, dopo aver votato. “Altrimenti che segreto è?”, pare abbia detto, giustificando la richiesta.

Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede. Infatti una signora a Calmate Turpenze è entrata in cabina e ne è uscita immediatamente lamentando la presenza di un grosso occhio con un triangolo attorno. Quando sono andati a vedere, l’occhio non c’era, ma si è sentito un rumore di sgommata.

Pare che a Santoraccia il Sindaco abbia emesso un’ordinanza che vietava di votare con atteggiamento spocchioso. La valutazione dell’atteggiamento era a carico dei rappresentanti di lista.

Pare che a Bussanello nessuno sia andato a votare perché nessuno aveva capito che c’erano le elezioni. Infatti non c’erano.

Pare che ad Adrissona un uomo sia entrato nel seggio minacciando di votare il meno peggio e le urne di cartone abbiano sospirato.

A Giombi Scalo – pare – un giovane scrutatore ha sbagliato a mettere delle croci nei registri e ha fatto vincere il suo cane, che però ha rifiutato con sdegno l’incarico.

A Villa Candello uno ha chiesto altre due schede: una per la moglie e una per il figlio, che non avevano voglia di andare e avevano lasciato detto a lui.

A Sbuffo a uno che aveva completato la tessera elettorale hanno regalato un ombrello.

Uno ha dato la mano a tutto il seggio: presidente, vicepresidente, segretario e scrutatori. Poi se n’è andato senza votare.

Una ha chiesto chi doveva votare, gli hanno detto che non potevano dirglielo, e lei ha risposto “Se non lo sapete voi qui”.

Uno ha riportato una matita copiativa delle elezioni del ’94. Gli era rimasta in tasca.

Uno ha chiesto se doveva lasciare lì il telefono, gli hanno detto di sì, ha votato e se n’è andato, lasciando lì il telefono.

Uno è entrato al seggio e ha chiesto se aveva già votato.

Uno è entrato al seggio e ha chiesto se aveva già votato. Gli hanno detto di no, e allora lui “Ah, va bene”, e se n’è andato.

Uno alle 7.20 della mattina voleva sapere il dato dell’affluenza.

Uno voleva votare all’estero ma abitava solo in periferia.

Uno non aveva alcuna intenzione di recarsi ai seggi ma ce l’hanno portato a forza perché era il presidente.

Uno è entrato in cabina cantando Bandiera rossa ed è uscito cantando Bandiera gialla.

Uno è entrato in cabina ed è rimasto lì a lungo, convinto che dovessero fargli delle domande come nei quiz.

Uno non ha trovato il seggio, ha votato al bar. Gli hanno detto che vale comunque.

Qualcuno, su una scheda, ha spruzzato un po’ di profumo.

A Roma, in un seggio del centro, quando hanno aperto l’urna ci hanno trovato i resti di un’antica villa romana. Ora sono lì che aspettano la Soprintendenza.

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