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Un blog è morto

Chissà se tutte le aziende che fanno hosting sono così premurose.

Quella che reggeva Uraniborg, il mio vecchio blog, lo è di certo. Nell’ultimo mese-mese e mezzo mi ha scritto una dozzina di mail per ricordarmi che il blog stava giungendo a scadenza. Oddio, si trattava pur sempre di riscuotere dei soldi, quindi parlare di gentilezza forse non è il caso. Però, insomma, ho apprezzato.

Dal canto mio, ho assistito alla carrellata di mail con cinico fatalismo. Le ho ignorate crogiolandomi nell’indifferenza più completa. Quasi facendomi beffe del loro tono sempre più urgente, persino allarmistico alla fine. Avevo già da tempo deciso il tragico destino di Uraniborg.

Ora Uraniborg.it non c’è più. Anzi, il mio Uraniborg non c’è più. Dopo un paio di giorni di limbo bianco, infatti, ora c’è già qualcos’altro, al suo posto, qualcosa che ancora non ha forma. Presto probabilmente l’avrà. Una sorta di reincarnazione.

Il mio Uraniborg invece è scomparso. E viene da chiedersi se tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come bit nella Rete, o se diverranno fiocchi di 0 e 1 che non cadono da nessuna parte. Dipende se preferite il finale di Blade Runner o quello di Nirvana.

Oppure ho fatto un backup.

Non avete la minima idea di cosa sto parlando, ne sono sicuro, ma non preoccupatevi: un giorno l’avrete.

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4 commenti

  1. Non è vero che è scomparso: “Oggi Uraniborg ospita un museo su Tycho Brahe e sulla storia dell’isola.” 😉
    Ah perchè avevi un blog chiamato così? (speravo di trovarne qualche bit in giro)
    Oppure non ho capito niente. Non lo escluderei del tutto.

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