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Ricorsi di scrittura

C’è pieno di corsi di scrittura in giro. E bisogna stare molto attenti, altrimenti ci si ritrova iscritti. Un po’ com’era una volta con le enciclopedie porta a porta:

DRIIIIINNNH
– Buongiorno, interessa un’enciclopedia medica in 3 volumi?
– No grazie.

e dopo un mese ti arrivavano a casa il primo di 24 volumi di un’enciclopedia storica in francese e il comodo talloncino per il pagamento dell’intera opera (6 milioni e 350 mila lire).
(Protestare era inutile, perché all’epoca la legge era ambigua – come oggi – e rispondere “No grazie” era considerato assenso)

Quindi, anche in strada, state attenti. Vi basta un ciao buttato là per ritrovarvi iscritti a un seminario di scrittura filmica, o a un workshop di storytelling, o a una degustazione di Rosso Piceno con integrato corso di poesia olfattiva.

Siate circospetti. C’è pieno di scrittori che vogliono insegnarvi a scrivere.

E se vi trovate alle strette, se siete circondati e non avete scampo, siate spietati. O voi o loro. Chiedetegli “Ma tu, scrittore, che ci tieni tanto a farmi scrivere bene, se poi m’insegni bene e viene fuori che sono bravo davvero, non ti sei fabbricato con le tue mani un ennesimo concorrente, in un paese dove scrivono pure le guarnizioni delle caffettiere bruciate? Oppure insegni male apposta, proprio per evitare la concorrenza, e ai tuoi corsi non viene più nessuno, proprio perché insegni male? Non ti conviene startene a casa, scrittore, invece d’insegnare a scrivere bene agli altri, e scrivere bene tu?”.

Preso da un attimo di sconforto, lo scrittore vi lascerà andare. Fuggite in fretta. Non ci metterà molto a ricordarsi perché lo fa.

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