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Ematologia religiosa

Questi giorni, nel paesello in cui abito, c’è stato (e c’è ancora) parecchio trambusto.

A parte le elezioni comunali, che di fibrillazione ne portano sempre, è successo che il corpo della Beata Mattia Nazzarei, suora vissuta nel XIII secolo e beatificata con grande calma, nel 1765, ha iniziato a sanguinare, o meglio a emanare una sorta di umore sanguigno. Indipendentemente dall’esito elettorale, parrebbe.

La cosa si era già verificata in passato, solo che quella volta non c’erano i mezzi di comunicazione di massa, così, oltre all’immediata devozione dei cittadini, è scattata anche quella di giornali, radio, televisioni e internet. Barbara D’Urso compresa.

Per essere un paese che sta cercando di puntare sul turismo, direi che questo è un colpaccio.

Per quanto riguarda l’aspetto sacro, personalmente ho più un cervello che tifa scienza, e invece di gridare al miracolo grido al processo fisico-chimico in atto.

E mi piace pensare, vedendo le immagini della folla che scorre lenta davanti alla teca dentro cui è conservato il corpo della Beata, che tutte quelle persone stiano venerando, invece del mistero della fede, un fenomeno che, per quanto raro, sia comunque regolato da norme universali e comprensibili, e si meraviglino di fronte ad atomi e molecole e reazioni, e alla superba perfezione delle leggi della natura.

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4 commenti

  1. Mah, nella Chiesa Cattolica sono da sempre esistiti: ‘o MIRACOLO MIRACOLO!!! e ‘o miracolo. (Troisi dixit) … può darsi che quello della beata Mattia Nazzarei sia semplicemente “‘o miracolo” e non “‘o MIRACOLO MIRACOLO!” … d’altronde la presenza di Barbara D’Urso è significativa, se fosse stato “‘o MIRACOLO MIRACOLO!” avrebbero come minimo scomodato Bruno Vespa.
    Ciao

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