Satira

Che peccati

Se alle religioni togliamo la parte metafisica (quella fumosa, che se non ci credete tanto vale cambiare fede) e la parte rituale (quella noiosa, che se non partecipate poi le poche volte che lo fate vi guardano male), quel che resta, più o meno, è un sistema normativo. Tipo i dieci comandamenti. Tradotto: regole. Se le rispettate, avrete accesso alla business class della vita ultraterrena. Se le violate, seconda classe di un regionale di pendolari con l’aria condizionata rotta a fine luglio, per sempre. Molti grandi peccatori pendolari ferroviari non noteranno quindi alcuna differenza.

Per avere degli sconti di pena, fino anche al totale annullamento, esiste, quantomeno nel sistema cattolico, la confessione. Avete presente quando vi rinchiudete in un posto isolato insieme a un prete e aprite la vostra intimità a lui e non si tratta di un abuso? Ecco, quella è la confessione. Da quanto tempo non ti confessi? Hai bestemmiato? Hai fornicato? Hai rubato? E via così, anche senza domande, in una spontanea ammissione di colpe.

Allora pensavo, non si potrebbe fare una roba del genere, una confessione, che però sia laica? Con un confessore che invece di riferirsi al sistema normativo cattolico, si riferisca a quello civile, e non nel senso legislativo, e chi si metta a chiedere se parcheggi in doppia fila, se hai letto almeno un libro nell’ultimo mese, se continui a sfondarti di reality, se ti stai informando in vista del voto, se ti sei sforzato di ragionare con la tua testa oppure il tuo cervello ha deciso di abdicare, se sprechi e tutto il resto. E alla fine nessuna penitenza, perché tanto, se fai delle cazzate del genere, le stai già pagando, anche se non te ne accorgi.

 

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